lunedì, maggio 30, 2011
Né profeta né figlio di profeta
WOW!!!
Pisapia a Milano, De Magistris a Napoli, Zedda a Cagliari... e poi ancora Trieste, Novara, Bologna, Torino, Desio, Pavia, Gallarate, Mantova, Arcore ecc. ecc.
Meno male che non sono né profeta né figlio di profeta (per usare una frase che portò una sfiga tremenda a papa Pio IX, che a pochi mesi dalla breccia di Porta Pia si disse certo che i piemontesi non sarebbero mai entrati a Roma) perché, sono sincero, ancora un mese fa non avrei scommesso 50 Centesimi che i candidati di Sinistra a Milano, Napoli e Cagliari sarebbero arrivati al ballottaggio, tanto meno che avrebbero vinto con distacchi tanto netti.
Motivo in più perché sia festa grande.
P.S: Questa era Piazza Duomo poco prima delle 19.00, gremita a 2 ore abbondanti dall'inizio della festa ufficiale con il neo-sindaco Giuliano Pisapia.
La qualità è quella non eccelsa della fotocamera "basic" del cellulare, sorry.
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venerdì, maggio 27, 2011
De minimis
Dalla tribuna della rubrica che cura sul Foglio di Giuliano Ferrara, l'intellettuale "tradizionalista" Camillo Langone si esercita in uno sport che ultimamente va di moda in quella borghesia conservatrice e cattolica che ha in Silvio Berlusconi e nel PDL i propri riferimenti elettivi e affettivi: il tiro al bersaglio sulle gerarchie ecclesiastiche "progressiste" e sulle figure femminili più rappresentative della cultura laica.
A modo suo, Langone è persona coerente e - credo - intellettualmente onesta nell'esercitare quella libertà di pensiero che oggi è facoltà poco apprezzata, coltivata e promossa in primis nella fazione in cui ha scelto di militare.
Tuttavia, neanche Langone riesce a sfuggire all'omologazione a schemi mentali profondamente introiettati nella cultura e nella società italiana allorché scorge il segno dell'abominio nella mancata messa all'indice della scrittrice Michela Murgia e del suo libro "Ave Mary", riflessione eterodossa sulla figura di Maria.
Michela Murgia sa difendersi benissimo da sola e ha già un giudice naturale per la qualità dei suoi libri: i lettori.
Se me ne occupo è perché nella chiamata in causa della scrittrice sarda intravedo il retaggio di una certa misoginia di matrice "paolina" e la spia del desiderio profondo, a stento represso, di castigare le donne che "non sanno stare al loro posto".
Michela Murgia è solo uno dei possibili simboli di un'identità femminile percepita come destabilizzante ed eversiva; di tutte quelle donne considerate irrequiete, irriverenti e arroganti, non abbastanza modeste, accomodanti, materne o decorative.
Il peccato che non si può perdonare a queste donne è il loro essersi sottratte alla tutela patriarcale non chiedendo né patteggiando il permesso di uscire dall'ombra, privando così l'uomo di una delle prerogative più sacre: quella di "concedere" qualcosa come dimostrazione d'amore e/o di benevolenza, ma anche d'implicita superiorità sull'altro sesso.
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mercoledì, maggio 25, 2011
Back on the track
Aiuto, mi si è ristretta di nuovo la Malpensa!
Lufthansa inverte radicalmente rotta: dalla strategia di avere più hub al servizio dell’espansione nei singoli mercati al ritorno alla concentrazione in Germania.
Quest’autunno, pertanto, i 14 Airbus A380 della flotta di Lufthansa Italia (che cesserà di esistere) saranno ridispiegati tra Düsseldorf e Monaco di Baviera.
A prendere la sonora sberla in faccia partita dalla Germania è l’immagine della eterna incompiuta del sistema aeroportuale italiano: l’aeroporto internazionale “Città di Milano” a.k.a. Milano Malpensa.
SEA-Aeroporti di Milano, che oltre a Malpensa gestisce l'immarcescibile gallina dalle uova d'oro di Linate-Forlanini e l'aeroporto internazionale di Orio al Serio (Bergamo), infatti, aveva puntato sulla presenza a Malpensa della base di armamento italiana di Lufthansa per rilanciare il ruolo di hub dell'aeroporto nel Parco del Ticino precocemente sfiorito dopo lo sfregio del voltafaccia della "nuova" Alitalia (2008).
Strano destino quello dello scalo nella brughiera del varesotto: costosissimo progetto di hub di dimensioni europee e ambizioni globali ostinatamente voluto e sistematicamente osteggiato da una classe politica nana, avida, ottusamente provinciale e schizofrenica che non deve essere cercata per forza nella capitale, ma molto, molto più vicino alle piste di atterraggio della Malpensa.
Ordalia elettorale
Le competizioni elettorali non sono mai state un ballo di beneficenza della Croce Rossa, tuttavia se mai avessimo avuto bisogno di un misuratore del livello di bassezza in cui sguazza la politica nostrana ci è stato prontamente servito dalla peggiore campagna per le amministrative che mi sia dato di ricordare.
Da martedì prossimo, vada come vada, volteremo pagina allontanandoci da questo artificioso, insopportabile clima da ordalia. Ciò non di meno resterà a lungo nella memoria il sapore acre e il tanfo di una propaganda vuota, garrula, incarognita, giocata sull’insulto e sul ricorso a mezzi che rasentano fattispecie civilmente e penalmente rilevanti da parte di un blocco di potere facilmente e chiaramente identificabile.
DSK
Quando si tratta di grufolare nel fango non sia mai che ci facciamo mancare qualcosa. Prendiamo ad esempio il “succoso” scandalo a luci rosse che ha per protagonista Dominique Strauss-Khan.
Passi che la stragrande maggioranza di noi italiani ignorasse generalità, curriculum internazionale e ambizioni di questo economista e politico transalpino prima che fosse platealmente arrestato a New York con l’accusa di aver assalito e costretto a prestazioni sessuali una cameriera del lussuoso albergo in cui alloggiava: in fondo un certo provincialismo ombelicale non è prerogativa solo italiana.
L’aspetto deteriore è imbattersi in connazionali, maschi, sedicenti cattolici osservanti e benpensanti, che dal legittimo sospetto - “Strauss Khan è stato fatto fuori dai suoi avversari politici” - sono approdati a parallelismi tra la rovinosa caduta di DSK e la ben diversa situazione giudiziaria del nostro Presidente del Consiglio conditi di indulgente compiacimento e dei più retrivi luoghi comuni sul binomio sesso-potere.
Come spiegare in altro modo l’enfasi con cui ho sentito e letto snocciolare alcuni dettagli sulla vittima altrimenti assolutamente non significativi ai fini dello stupro come il fatto che sia trentottenne, nera e (presunta?) sieropositiva se non per adombrare trascorsi di promiscuità e sesso a pagamento?
Dov’è la razionalità pacata del benpensante in affermazioni che ascrivono a leggi inesorabili (da che mondo è mondo) sia la pulsione sessuale irrefrenabile negli attempati ricchi & potenti sia il magnetismo della combinazione soldi-potere-carisma mascolino cui si inchinerebbe per libera scelta, convenienza o istinto biologico qualsiasi appartenente al sesso femminile?
Ramoscello d’ulivo e artigli da sparviero
29 minuti di applausi per il discorso di Bibi Netanyahu al Congresso USA sono un evento forse scontato da certi punti di vista, ma di cui non credo la democrazia americana andrà fiera in futuro.
In sintesi, il percorso di pacificazione esposto a Washington DC dall’attuale Premier israeliano ha un unico merito: quello di chiarire che lo stato ebraico pretende di incamerare a titolo definitivo tutti i vantaggi possibili dello status quo e di scaricare per intero sui palestinesi il peso delle concessioni, delle servitù e dei sacrifici.
Netanyahu, infatti, si è ben guardato dall’andare oltre la generica promessa di non meglio specificate “dolorose concessioni” in sede di trattative affinché lo stato palestinese sia “abbastanza grande da essere vitale”, mentre ha specificato alcuni cardini apparentemente irrinunciabili e non trattabili:
- Israele non tornerà alle linee di confine del 1967;
- Gerusalemme sarà la capitale indivisibile dello stato ebraico;
- Israele manterrà una presenza militare nella Valle del Giordano lungo il confine con la Giordania;
- lo stato palestinese dovrà essere smilitarizzato;
- un certo numero di insediamenti dei coloni in Cisgiordania resterà come enclave all’interno di un futuro stato palestinese;
- è escluso il rientro della popolazione palestinese sfollata nei paesi arabi confinanti.
Anche a voler essere elastici e molto comprensivi verso le esigenze di sicurezza di Israele, il discorso di Netanyahu sembra scritto per irritare e irrigidire anche il più moderato e pragmatico dei palestinesi, allontanando ulteriormente qualsiasi ipotesi concreta di trattativa di pace.
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domenica, maggio 01, 2011
patchworking
Paradossi
Non ci poteva essere contrasto più agghiacciante: nello stesso momento in cui da Londra arrivavano le immagini del matrimonio regale, evento mondano globale e favola romantica d’altri tempi perfettamente orchestrata, in Libia e Siria si apriva il quotidiano mattatoio con centinaia di civili senza nome abbattuti per strada, sull’uscio di casa o dentro stanze centrate casualmente da una pioggia di granate.
Mentre milioni di persone commentavano, divertite, i cappellini dalle fogge più estrose e improbabili sfoggiati dalle signore della upper class britannica o ascoltavano antichi inni religiosi superbamente eseguiti, stupendosi che venissero cantati da tutti i presenti alla cerimonia, nelle prigioni del Bahrain uno dei tanti desaparecidos sequestrati e incarcerati durante la repressione urlava di dolore o agonizzava in cella.
È sempre stato così, ovviamente. Nel testo di "Baudelaire", i Baustelle scrivono: "Pasolini è morto per te/ morto a bastonate per te/ Nello stesso istante/ in qualche altra spiaggia/ si è fatto l’amore/ uniti contro il mondo."
È di questi giorni, inoltre, il ritrovamento nel Kent (UK) dei resti di una giovane donna tra i 18 e i 25 anni, uccisa nel periodo della conquista romana della Britannia con un colpo di spada alla nuca mentre era legata mani alla schiena.
Lo scenario più probabile è che i legionari che avanzavano nella zona avessero l'ordine di non risparmiare nessuno sulla loro strada. Questo accadeva mentre a Roma si celebravano i fasti di un impero che portava pace e civiltà nel mondo.
A differenza del passato, però, oggi la copertura informativa globale resa possibile dai cellulari e dai social network rende il confronto pressoché istantaneo e impietoso.
Sconcerto
«Sì...perduti, questo siamo... Perdersi è l'unico modo per trovare un posto che è introvabile... altrimenti chiunque saprebbe come trovarlo»
( Capitan Hector Barbossa - Pirati dei Caraibi/Ai confini del mondo )
In questi giorni mi sento una pallina da flipper sparata a tutta velocità verso una destinazione sconosciuta. Non ho mai abbastanza tempo per analizzare i cambi di direzione apparentemente casuali e, anche se l’avessi, probabilmente otterrei dati incompleti e fuorvianti. Sfioro, urto e rimbalzo, interagisco, mi adatto accompagnato da una vaga premonizione di perdizione.
Questo stato di confusione e di insicurezza si è riverberato in uno dei rari sogni che ricordo da sveglio. Per la prima volta ho sognato la mia ex moglie e i figli in una situazione collocata in un imprecisato futuro. È stato un sogno lungo e penoso per il senso di straniamento che mi ha fatto provare.
Rientravo a casa, o almeno questa è stata la sensazione, in pieno giorno dopo aver trascorso la notte in uno squallido giaciglio di fortuna.
La prima sorpresa spiacevole è stata trovare i mobili sistemati in modo diverso. La seconda è stata la voce di mio figlio, ormai fattosi grande, alle mie spalle; se ne stava seduto con indolenza e, squadrandomi accigliato, mi diceva che dovevo provvedere a far da mangiare per lui.
Mi sentivo troppo demoralizzato, sfibrato dalla stanchezza e dalla vecchiaia, per rispondere a tono. Avrei voluto andarmene, ma per quanto mi sforzassi non riuscivo a ricordare il percorso per tornare al tugurio, situato in un’area verde all’estrema periferia dell’abitato.
La mia ex consorte appariva brevemente solo per salutare. Lasciava per sempre la casa insieme a mio figlio avendo preso anche le ultime cose che rivendicava come sue.
Mi sono ritrovato completamente solo, immobile, annichilito, al centro di una stanza spoglia e silenziosa, illuminata da una lama di sole che entrava dalla finestra. L’ultimo “fotogramma” onirico prima del risveglio è stato il pulviscolo sospeso nella luce del sole che stavo fissando senza alcuna vera ragione.
Buon Primo Maggio
... e anche quest'anno niente rentrée per la Sagra di Sant'Efisio :(
Buona settimana a tutti
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