venerdì, marzo 30, 2007
Scrivi come mangi
Chi ha coniato il nome Supercondominio o possiede un ego degno dell'Empire State Building oppure ha uno spiccato senso dell'umorismo.
Chissà - mi sono detto - magari i supercondomini girano in calzamaglia e mantello e si salutano mormorando "Verso l'infinito e oltre" quando s'incontrano dinanzi all'ascensore.
Però, leggendo quel pomposo avviso ho capito che a lasciarlo non era stato Buzz Lightyear.
A ben pensarci, fa riflettere che persino il Supercondominio senta il bisogno di ricorrere a una bislacca imitazione del burocratese per comunicare concetti elementari.
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lunedì, marzo 26, 2007
Think Ironic
L'ironia in pubblicità è un ingrediente che va dosato con molta attenzione.
In questo caso, l'accoppiata visual+headline è godibile e convincente, sopperendo alla debolezza di una body copy scontata e troppo enfatica.
Perfetta la chiusura "*fonte: un panel di donne deluse...".
Lascio a voi il piacere di commentare e, please, non sparate sul pianista! :D
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domenica, marzo 25, 2007
Un po' di questo, un po' di quello
Amarsi un po'
BiancaC sul suo blog ha fatto un'interessante chiosa su una notizia che ha suscitato, com'era prevedibile, una marea di commenti: cresce il numero di giovani - uomini e donne - che si rivolgono alla chirurgia per risolvere presunti deficit di natura sessuale.
Secondo i dati diffusi al congresso della Società Europea di Urologia, infatti, anche in Italia c'è un boom di richieste di soccorso finalizzate a migliorare le prestazioni a letto sia prolungando i tempi dell'amplesso sia intervenendo sulle dimensioni dell'organo sessuale.
Ora alzi la mano chi non si è appuntato con un pizzico d'invidia la dichiarazione che fece Sting sui benefici del sesso tantrico, specie paragonando le sue 6 ore ai 3 minuti scarsi che - a quanto pare - rappresentano il limite massimo di resistenza per la virilità di molti uomini, quando pure non si sprofondi nell'ignominia assoluta dei coniglieschi 9 secondi e mezzo (...).
Il problema, però, è che dietro la richiesta di allungamento chirurgico del pene e l'ansia da prestazioni che diventa incubo c'è la crisi del rapporto di sintonia con il proprio corpo e le proprie emozioni. Non ci si ama per quel che si è, si pretende la perfezione subito e a tutti i costi aderendo a modelli improbabili o impossibili, si affronta la sessualità come fosse una competizione, uno show in cui conta impressionare il pubblico esibendosi in numeri da circo.
E' vero, si può fare sesso come fosse un esercizio ginnico qualsiasi, misurando le proprie performance con il cronometro in testa, con il numero di posizioni del kamasutra eseguite prima di arrivare all'orgasmo o con il godimento manifestato dal partner: ma tutto questo significa fare l'amore?
Non so come la pensiate voi, ma da incurabile romantico preferisco credere che ci sia qualcosa di più nella condivisione emotiva e nella sincronia che si creano tra due corpi allacciati.
Amarsi un po' è questione più complessa e ricca della pura e semplice meccanica dell'amore... oppure no?
Qualcosa è cambiato
L'ottimo Marco Freccero ha riconosciuto la scrivania di Mac OS 9 in un'immagine che ho inserito qualche settimana fa (Vedi Giorni di tuono). Adesso, come potete notare, la stessa scrivania offre un panorama diverso.
Ci sono voluti "solamente" 6 anni e la collaborazione di un amico pisano perché potessi passare a Mac OS X trapiantandolo nel vecchio e suscettibile iMac di casa, che poi altro non è che un Mac dismesso dall'ufficio che ho "curato" e rimesso in efficienza.
Tra installazione e aggiornamenti scaricati da internet ho bruciato la notte tra giovedì e venerdì, ma ne è valsa la pena perché, con il nuovo motore *nix sotto il cofano, l'iMac si è risvegliato più arzillo di prima, al punto che potrebbe (quasi) barare sulla sua anzianità di servizio.
Sembra una cosetta da nulla, ma per me è una piacevole novità non dover più convivere con i limiti di computer che, per scelte aziendali, non erano aggiornati e - spesso - neppure aggiornabili. Ho sempre fatto di necessità virtù e mi sono preso le mie brave soddisfazioni diventando esperto di Mac Retrocomputing, però ora qualcosa è cambiato, in meglio.
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giovedì, marzo 22, 2007
Copy’s daughter
Sara: PERCHÉ NON MI CHIEDI PIÙ DI MAMMA? NON LA AMI PIÙ?
Copy: non scrivere fesserie, piccola :-)
Sara: PERCHÉ? HO FATTO SOLO UNA DOMANDA INTELLIGENTE!
Mia figlia ha scoperto gli SMS...
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mercoledì, marzo 21, 2007
Random News
Notizie così così
Massimo rispetto per Gherardo Colombo che appende la toga di magistrato al chiodo.
Di lui si è detto e scritto che è stato il più giacobino, spigoloso e "schierato" del pool Mani Pulite, che la sua idea di confronto dialettico costante tra magistratura e politica fosse una forzatura al limite del golpismo, che il suo atteggiamento nei confronti degli intrecci tra politica, potere e malaffare sia stato arrogante, moralista e persecutorio a senso unico. Nelle segrete stanze, personaggi eccellenti hanno espresso giudizi ancora più sprezzanti e livorosi sull'uomo e sul magistrato.
Non conosco il Dottor Colombo, probabilmente non mi riuscirebbe neppure simpatico "a pelle", tuttavia per quello che ho letto in questi anni mi sono fatto l'idea di un uomo di legge che ha perseguito in modo trasparente e coerente una visione etica del ruolo dell'ordinamento giudiziario nella società; una visione scomoda che progressivamente si è venata di pessimismo, direi a ragion veduta.
Scriveva JFK "Un uomo fa quello che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni.": credo che Gherardo Colombo, discusso magistrato inquirente e giudice di cassazione, meriti rispetto per aver scelto di lasciare la toga quando ha ritenuto che non esistessero più le condizioni per adempiere ai suoi doveri.
Non sempre si esce di scena da vincitori, da paladini senza macchia e senza paura, e per un Gherardo Colombo che va a occuparsi d'altro c'è un Corrado Carnevale che viene reintegrato: anche questa è Italia, l'Italia degli amici del giaguaro e dell'immobile, sonnacchiosa palude che tutto inghiotte, per intenderci.
Quasi notizie
Il sagace Marco Ferri nel suo "Sono ancora vivo" (Quaderni della Comunicazione 2007) annota alcuni esempi fulminanti di nulla spacciato per comunicazione.
La perla della collezione è senza dubbio la quasi notizia, un ircocervo mediatico da manuale.
La fonte è niente meno che un lancio ANSA del novembre scorso: "Loredana Lecciso ha quasi detto che sarebbe disposta a tornare con Albano o, almeno, a fare l'amore con il cantante".
Non c'è molto da sorridere: per il solo fatto di aver letto questa non-notizia, vi ritrovate un neurone della memoria impegnato da un'informazione palesemente inutile. Moltiplicate questo danno per tutte le bufale, le pseudonotizie tossiche e le informazioni geneticamente manipolate che quotidianamente vengono messe in circolo senza alcun tipo di filtro o controllo... Se vi consola, pensate a come stanno messi gli aficionados di Porta a Porta o di Amici.
Buone notizie
Mai sms fu tanto gradito. Dopo 17 giorni sul filo del rasoio, finalmente una bellissima novità: la mia amica Alabina non è più ospite del reparto di terapia intensiva.
Ricevere un sms indiscutibilmente suo mi ha fatto felice. Ci sarà tempo per valutazioni più approfondite, per conoscere quale sarà il percorso... quel che conta è che ci sia tempo.
Per ora mi tengo ben stretta questa gioia inaspettata.
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domenica, marzo 18, 2007
Una lacrima
Hurt
Christina Aguilera (Back to the basics)
Seems like it was yesterday when I saw your face
You told me how proud you were, but I walked away
If only I knew what I know today
Ooh, ooh
I would hold you in my arms
I would take the pain away
Thank you for all you've done
Forgive all your mistakes
There's nothing I wouldn't do
To hear your voice again
Sometimes I wanna call you
But I know you won't be there
Ooh I'm sorry for blaming you
For everything I just couldn't do
And I've hurt myself by hurting you
Some days I feel broke inside but I won't admit
Sometimes I just wanna hide 'cause it's you I miss
And it's so hard to say goodbye
When it comes to this, oooh
Would you tell me I was wrong?
Would you help me understand?
Are you looking down upon me?
Are you proud of who I am?
There's nothing I wouldn't do
To have just one more chance
To look into your eyes
And see you looking back
Ooh I'm sorry for blaming you
For everything I just couldn't do
And I've hurt myself, ohh
If I had just one more day
I would tell you how much that I've missed you
Since you've been away
Ooh, it's dangerous
It's so out of line
To try and turn back time
I'm sorry for blaming you
For everything I just couldn't do
And I've hurt myself by hurting you
Anche chi racconta emozioni a volte resta senza parole. Stavo guardando distrattamente la TV all’ora di pranzo e, facendo zapping, ho incrociato il videoclip di Hurt.
A un certo punto ho chiuso gli occhi, un po' per concentrarmi sulle parole e sulla musica, un po' per difendermi da quelle immagini che erano erano troppo, troppo dirette su un nervo scoperto della mia vita.
Non era necessario guardare per sentire profondamente l'incanto e lo struggimento.
Gran bella canzone, gran bella interpretazione.
(traduzione)
Sembra ieri quando ho visto il tuo viso. Mi dicesti quanto eri fiero, ma sei andato via. Se soltanto avessi saputo ciò che so oggi...Ooh, ooh, ti terrei tra le mie braccia, allontanerei il dolore. Grazie per tutto quello che hai fatto, perdona tutti i tuoi errori. Non c'è niente che non sarei disposta a fare per sentire nuovamente la tua voce, a volte vorrei chiamarti, ma so che non sarai là.
Ooh mi dispiace d'averti dato la colpa di tutto quello non ero capace di fare
e ho fatto male a me stessa facendoti del male.
A volte sento che qualcosa si è spezzato dentro ma non voglio ammetterlo,
a volte desidero nasconderlo perché sei tu quello che mi manca ed è così duro dire arrivederci quando si arriva a questo,
oooh...Mi diresti dove sbagliavo? Mi aiuteresti a capire? Stai ancora posando lo sguardo su di me? Sei fiero di me?
Non c'è niente che non farei per avere una nuova possibilità di guardarti negli occhi e vedere che ricambi il mio sguardo.
Ooh... mi dispiace d'averti dato la colpa di tutto quello non ero capace di fare
e ho fatto male a me stessa,
ooh...Se avessi solo un giorno in più ti direi quanto mi sei mancato da quando te ne sei andato. Ooh, è così pericoloso, è così scorretto cercare di riavere il passato.
Mi dispiace d'averti dato la colpa di tutto quello non ero capace di fare
e ho fatto male a me stessa facendoti del male.
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venerdì, marzo 16, 2007
Five things about...me?
Ebbene sì, sono stato avvisato via PVT d'essere stato "nominato" per perpetuare l'infida catena delle 5 cose che ancora non sapete di me.
Stavolta non posso fingere di aver "casualmente" trascurato la lettura di certi blog. Il guaio è che le cose che non metto in piazza su questo o altri blog sono talmente infime o personali da essere escluse a priori dall'outing.
Bah, intanto mi ribello civilmente al meccanismo di replicazione coattiva di questa catena: nessuna nomination da parte mia.
In secondo luogo svolgerò il "compitino", ma a modo mio.
1) Dovete sapere che sono un NH, un nobiluomo in incognita. Il mio titolo onorifico completo è Sua Fumosità Marcello Ermenegildo Aquilino Delle Pere, Gran Margravio di Cialtronia per Grazia di Zio Von und Zhu.
Lo stemma araldico della mia casata è una pera con verme rampante su campo bianco sovrastata dal motto: "Mi mangi chi osa!".
2) Come sospetta da tempo la meringa sono vecchissimo: il "Grande Vecchio" per eccellenza. Con rispetto parlando, niubbi come Highlander mi fanno una pippa!
3) Sono un genio perseguitato dalla sfiga. Fui io suggerire ai faraoni egiziani l'idea delle piramidi. Quei megalomani non vollero affidarmi l'incarico solo perché suggerivo di edificarle in economia usando la sabbia locale opportunamente cementata con sputacchi di dromedario.
In vacanza a Troia, stavo ultimando un sublime poema epico che celebrava la vittoria di re Priamo e lo scorno degli Achei quando avvenne quel che avvenne.
Sempre io ho inventato la piroga a vapore... nessuno che me ne renda merito!
4) Sono spesso in viaggio perché m'invitano regolarmente ai più prestigiosi tornei internazionali di Battaglia Navale e Mosca Cieca.
5) Penso che presto entrerò nella lista degli uomini più ricchi del pianeta. Sono in trattative, infatti, con importanti case editrici per la mia ultima fatica editoriale, un utilissimo manuale di cui per ora non posso anticiparvi i contenuti e che ha come titolo provvisorio "Come farsi dare il 2 di picche in tutte le lingue del mondo".
:p
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giovedì, marzo 15, 2007
Innocenti evasioni
Ci sono molti modi di evadere dalle costrizioni di una realtà insoddisfacente. Alcuni, come è noto, sono trappole ben più insidiose della gabbia da cui si vorrebbe fuggire.
Letteratura e cinema, dal canto loro, hanno inventato un'alternativa tanto impossibile quanto suggestiva: entrare nella dimensione di un dipinto o di un film.
Guardate questa foto scattata da Le Ann Brown in un punto della costa orientale della Tasmania che ricorda tanto le dune di Piscinas, in Sardegna (l'originale di grandi dimensioni lo trovate pubblicato a questo indirizzo).
Vi basterà un minimo d'immaginazione per "entrare" nel paesaggio.
Per un momento, estraniatevi dalla realtà e dai rumori che vi circondano.
È primo pomeriggio: la temperatura è gradevole anche se il sole appare e scompare dietro un cappello di nuvole imbronciate che arrivano dalle montagne.
Il viaggio è stato lungo, ma ne valeva la pena.
Sotto la suola delle scarpe ora c'è la soffice friabilità d'una sabbia bianca e finissima; una leggera brezza carica di salsedine vi soffia sul viso e sulle braccia.
Viene voglia di chinarsi per carezzare la punta dei piccoli steli verdi che crescono sulla duna prima di incamminarsi per raggiungere la spiaggia sottostante, arrotolare l'orlo dei jeans, sfilarsi le scarpe e "assaggiare" il mare.
Davanti alla bellezza di un grande spazio aperto come questo ci si sente felici di essere vivi, di respirare, di esultare... e non ci si sente soli, mai.
martedì, marzo 13, 2007
Parole e musica
Personalmente trovo poche altre cose piacevoli e stimolanti quanto il binomio libri e musica, ed è per questo che apprezzo formule di commistione come la programmazione in streaming di Radio Alt e Camera a Sud di Eddi Berni su Radio Popolare.
Musica e libri non sono le cose più importanti in assoluto nella vita, tuttavia rapppresentano un linguaggio delle emozioni, qualcosa che passa sottopelle, un codice di comunicazione da riservare alle persone veramente intime.
Si dice che Louis Armstrong o Duke Ellington abbiano risposto all'ennesima domanda sul significato della musica jazz in questo modo: "Se mi chiedi di spiegarti cos'è il jazz, amico, non lo capirai mai". Per me e per alcune persone che conosco questa affermazione vale anche come regola nei rapporti personali, perché scegliere di condividere un certo brano o un certo libro vuol dire esporsi, sia pure in modo indiretto ed elusivo, abbassare le difese, lasciarsi avvicinare e conoscere laddove si è più vulnerabili.
È un po' come in un vecchio successo soul ripreso a metà degli anni '80 dai Simply Red: "If you don't know me by now, you will never know me" (se non mi conosci adesso, non mi conoscerai mai).
Vi lascio, come sfida aperta a tutti, questa "catena" che per me è stata un divertissment tanto stuzzicante quanto meno semplice del previsto.
Provate anche voi a rispondere alle domandine con la/le strofe di canzoni che vi piacciono e che giudicate più appropriate.
Come ti senti oggi?
E dimme quacchecosa, nun me lassà accussì
stasera sto sballato, che voglia 'e partì
cu' ddoje parole 'mmocca e tanta semplicità
putesse essere allero
Pino Daniele - Putesse essere allero
Com'è la tua personalità?
È un pianista di piano bar
è un poeta di varietà
non cercare di vederlo piangere
perche' piangere non sa..
Nella punta delle dita poco jazz,
poche ombre nella vita...
Francesco De Gregori - Piano Bar
La cosa più importante che ti è stata insegnata?
If you love somebody, if you love someone, set 'em free
Sting - If you love somebody
Cosa farai nel prossimo weekend?
Guido piano, e ho qualcosa dentro al cuore, che mistero, non so neanche dove andare, ma lontano..
Fabio Concato - Guido Piano
Se uno sconosciuto ti offre una caramella, che fai?
Non gioco più, me ne vado... io lascio e chi non lascia resta là
Mina - Non gioco più
Cosa vorresti dire a te stesso?
che non si china la testa e non si regala l'intelligenza e la compagnia e non è il caso d'aspettare, non è il caso d'aspettare mai più
Ivano Fossati - La Disciplina della Terra
Cosa vorresti dire ad una persona cara?
E non abbiamo bisogno di parole
per spiegare quello che è nascosto in fondo al nostro cuore,
ma ti solleverò tutte le volte che cadrai
e raccoglierò i tuoi fiori che per strada perderai
e seguirò il tuo volo senza interferire mai
Ron - Non abbiamo bisogno di parole
Dove sta andando la tua vita?
We're on the road to nowhere...
Talking Heads - Road to Nowhere
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sabato, marzo 10, 2007
Vuoti di memoria
Complici i postumi di un febbrone notturno e i bronchi in fiamme, ho passato la mattinata sdraiato sul divano del soggiorno in compagnia di alcuni testi di diritto. Niente di strano: loro stavano a prendere polvere sul pensile esattamente sopra la mia testa.
Sfortuna ha voluto che prendessi in mano un libercolo acquistato per la preparazione di un concorso e contenente una serie di temi svolti di diritto civile.
Più mi addentravo nella lettura più cresceva lo sconforto nel costatare che delle nozioni faticosamente immagazzinate all'università e durante il praticantato non era rimasto altro che ruggine.
D'accordo, dopo circa quindici anni di totale abbandono non si possono pretendere miracoli, ma è come se la memoria avesse deciso che quelle informazioni - e non altre - erano inutili e le avesse soppresse.
Mi sono dato una possibile spiegazione a questo fenomeno di memoria "selettiva": ricordiamo bene ciò che ci coinvolge e che rielaboriamo sino a farlo diventare nostro, a prescindere dall'effettiva spendibilità delle informazioni acquisite.
Se, invece, esiste una distanza, una separazione tra gli interessi dell'individuo e l'oggetto di studio, lo sforzo intellettivo e mnemonico si finalizza esclusivamente al raggiungimento di un obiettivo immediato, un po' come la memoria RAM.
Banale come la scoperta del'acqua calda, eh?
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venerdì, marzo 09, 2007
Giorni di tuono
Ore 13.25: trafelato, in ritardo di un'ora abbondante rispetto alla deadline tassativa, invio via mail il pezzo sulla responsabilità sociale d'impresa che mi ha fatto penare per tutta la mattinata.
Ci sono giorni in cui funziono come un maledetto motore diesel di vecchia generazione. So esattamente cosa voglio ottenere, ma prima di raggiungere l'obiettivo il testo sarà torchiato, frantumato e rivoltato più volte come un pedalino, mentre l'unico neurone sano arranca come un'Ape 50 Piaggio che scali il Piccolo San Bernardo.
Peccato che giorni come questi coincidano con picchi di lavoro nei quali la mia scrivania somiglia tanto al tavolo operatorio di E.R.
Inoltre, dall'altra parte - lo so bene - c'è chi attende quel testo pronto a imbracciare l'archibugio e a far strame di ciò che resta della mia reputazione d'imbrattacarte.
Arriva la prima risposta con la richiesta di modifiche testuali men che modeste.
Buona la prima? Troppo bello per essere vero. Infatti, con la coda dell'occhio noto che la mail è stata inviata in copia conoscenza all'amministratore delegato, alla responsabile Media Relation e all'account supervisor.
Non faccio in tempo ad abbozzare una riflessione sul rapporto tra i piselli di Mendel e l'onorabilità degli antenati altrui quando ha inizio un fuoco d'artificio di mail in cui ciascuno interviene in ordine sparso: chi suggerisce di cambiare una parola, chi uno spostamento, chi una sforbiciata, chi ribatte, auspica, sottolinea, annuisce.
La sarabanda dura 3/4 d'ora. Il bello è che mi sto divertendo come un matto. Già, perché faccio il mio bravo lavoro sul pezzo, coordino la discussione al vertice quasi fosse una chat e... sono collegato da casa: sto davanti al Mac ancora tutto arruffato e en deshabillé.
Amo questi momenti d'irriverente anarchia, queste corse scriteriate per acciuffare al volo un'idea. Intendiamoci, è tutto fuoché un modo ortodosso e professionale di procedere, ma è anche per queste escursioni fanciullesche nella follia che amo tanto il mio lavoro.
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lunedì, marzo 05, 2007
Need for a miracle
Potessi chiedere qualcosa a Dio, chiederei un miracolo per lei.
[Edit - Marzo 8 2007]
come sempre, non siamo mai del tutto consapevoli dell'importanza delle cose che ci circondano sino a quando non rischiamo di perderle per sempre.
Ho già sperimentato lo strazio del dire addio, tuttavia mi abbarbico alla speranza che un altro addio non sia scritto, che vedrò sciogliersi in un sorriso di esultanza il nodo di gelo che mi opprime.
Che ironia, io che giostro tutti i giorni con le parole mi trovo a riconsiderare il significato letterale di un modo di dire logoro come "Mi stai a cuore" e nell'impossibilità di fare arrivare il messaggio alla destinataria.
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domenica, marzo 04, 2007
Spigolature
Politica estera
Da Ustica alla strage del Cermis, dal caso Calipari alla extraordinary rendition (rapimento) di Abu Omar, ho avuto diverse occasioni per riflettere su quante cose si celino dietro l'aria rassicurante e inoffensiva del termine politica estera.
L'ultima perla in ordine di tempo è la notizia che un influente studio legale d'oltre oceano avrebbe suggerito alle autorità statunitensi di rafforzare ulteriormente la tutela per le operazioni di intelligence svolte all'estero, rendendo perseguibili civilmente i magistrati di altri Paesi che osino aprire fascicoli d'indagine o chiedere rogatorie in merito.
Lucchetto
Un bar virtuale chiuso a tempo indeterminato per eccesso di vis polemica tra i frequentatori non è un progresso: è la sconfitta di un ideale di convivenza.
I forum sono stati una delle più belle invenzioni del web, consentendo agli utenti l'autoproduzione di contenuti da condividere. Però richiedono un approccio responsabile alla risorsa e l'esercizio costante di una virtù che ultimamente sembra scarseggiare: la tolleranza.
Quando la passione degrada in possessività e la dialettica scade nella ricerca compulsiva della polemica, si arriva all'antitesi di quell'agorà aperta e arricchente che, almeno in teoria, sta a cuore a tutti.
Atlantide
Ho sognato d'essere andato a vivere ad Atlantide, come il personaggio di una canzone di Francesco De Gregori.
Di quel rifugio dorato, incantevole per le sue giornate terse e la vista sull'oceano, ricordo vagamente una lunghissima spiaggia deserta, le ore trascorse immerso nella scrittura, il silenzio rotto unicamente dall'eterno battere e levare delle onde e dal crepitio attutito dei tasti del Powerbook.
Non c'erano altre presenze umane, nessuna voce che non fosse il mio sporadico strologare ad alta voce.
Una situazione di completo isolamento, splendida e insieme inquietante come un esilio, che in tarda serata mi portava a sondare la rete in cerca di qualcuno con cui conversare in italiano o in inglese; inquieto, emozionato, ma anche preoccupato dalla consapevolezza del bisogno di socializzare che mi spingeva a mendicare quelle briciole di compagnia.
L'incubo si è materializzato all'improvviso sul monitor.
Un messaggio secco come un colpo di frusta: "sembri una persona simpatica, ma che intenzioni hai? sappi che sono impegnata e non mi piace chi prova a broccolare".
Sono rimasto a fissare, sgomento, quella sottile striscia di parole e il cursore che lampeggiava sinché l'angoscia è divenuta insopportabile e, misericordiosamente, è iniziato un altro sogno.
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giovedì, marzo 01, 2007
Errore di prospettiva
Non avrei mai immaginato che le mie scelte e le mie azioni potessero provocare un sentimento intensamente negativo come l'astio.
Sul momento, rileggere il passato guardato da un'angolazione prospettica diversa mi ha fatto l'effetto di una legnata sullo stomaco, come se il pavimento mi si fosse spalancato sotto i piedi.
Credevo di essere una persona che difficilmente s'accontenta della propria versione dei fatti o che rifiuta a priori di considerare le possibili alternative; avrei dovuto capire che ero troppo coinvolto per giudicare.
Eppure, dannazione, tutti gli elementi erano lì sotto il mio naso!
Il passato è fuori portata, per cui tutto ciò che resta alla fine della fiera è un profondo senso di rammarico.
Ci piacerebbe essere migliori della media, invece tanto spesso ciò che sappiamo l'abbiamo imparato dai nostri errori.
Elementare, Watson.
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